30 novembre 2005

Ghiaccio su Marte

ROMA - C'è ghiaccio nel sottosuolo di Marte. Lo ha individuato a circa 700 metri di profondità il radar italiano Marsis, a bordo della sonda Mars Express dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA). Il risultato è stato annunciato oggi a Parigi, nella conferenza stampa organizzata dall'ESA e trasmessa in Italia dall'ufficio dell'ESA a Frascati, l'Esrin.

La notizia l'ho appena letta sul sito di Repubblica, al di fuori della terra è possibile la vita; ciò rende evidente che dopotutto Dio non è un'entità del tutto priva di buon senso come molti credono: chi sarebbe mai quel pazzo irresponsabile che lascerebbe l'intero universo nelle mani dei soli umani?

29 novembre 2005

Cronaca di un suicidio al tabacco

Mi accendo quest'ultima sigaretta, dopodiché la fine, mi lancerò giù, butterò come spazzatura questo involucro materiale che mi avvolge come un cadavere in decomposizione, il rumore secco delle mie ossa che impattano al suolo potranno essere sentite da qualche sfortunato passante, finché qualcuno non se ne sarà accorto “Quello che è caduto dal cielo è un uomo! E' un uomo!” No, penserò io, era un uomo ingabbiato nel suo corpo che anneriva di cancro, quel cancro che gli stava rosicchiando lentamente tutto il cervello. Continueranno ad aggiungersi persone, una calca si riunirà intorno al mio corpo bloccando il traffico, prima urlando, poi trattenendosi, portando esterrefatti le mani davanti alla bocca con espressione incredula, “L'ho visto volare giù dal tetto del palazzo! L'ho visto precipitare.” “No, signora, non è precipitato, si è lanciato.” “E' impossibile, deve essere caduto accidentalmente.”
Tra un tiro e l'altro di sigaretta mi sento sempre più leggero, sono quasi contento, non provo più disperazione, mi sono rassegnato da tempo, c'è solo il dolore fisico che mi ha accompagnato negli ultimi 8 mesi costantemente, colpi di martello hanno continuato a picchiare la mia testa ossessivamente, ho imparato ad accettare che non posso essere più sicuro di nulla riguardo al mondo che mi circonda, ad esempio quel mendicante vestito di stracci, sdentato e seduto sul marciapiede esiste o è solo nella mia mente? Sì, un po' di angoscia c'è. Tra dieci minuti la mia vita si prolungherà in altri tempi, altri spazi? Questa è l'unica paura che ho, credo di aver già dato tutto a questo mondo, se rimanessi andrei incontro solo alla mia degenerazione senza poter far nulla, senza potermi concedere più un attimo di gioia, di spensieratezza, diventerei lentamente un oggetto e il mio soggetto sarebbe imprigionato, condannato a soffrire fino alla morte, perché questa è stata la sentenza. La sigaretta è ormai finita. La mia unica speranza, fuga, salvezza è la morte, non ce la faccio più, non ho più la forza, la forza di lottare, la forza di alzarmi dal mio letto di ospedale per riaddormentarmi la sera nello stesso letto, per quale ragione? E sarà beato chi avrà accolto le sofferenze e vissuto fino alla fine, sì beato chi c'è riuscito e chi ci riuscirà, ma Dio non mi ha concesso la sua benedizione altrimenti sarei ancora in giro a fare una passeggiata con la mia fidanzata e il nostro cane, invece mi sto dissolvendo lentamente come un fantasma, l'unico sollievo è la droga che prendo per non sentire dolore, le persone che si ricordano di me sono solo quelle che mi curano e la mia famiglia che mi accompagna nel tragico e inaspettato viaggio verso...la sigaretta, non vorrai fumarti anche il filtro?! No, no, lo so, la sigaretta è finita, è solo che mi ha messo un po' di malinconia, la guardo, mai come in questi pochi istanti mi sono affezionato ad una cosa materiale, persino nella cenere trovo qualcosa di mio, pende ancora tra l'indice e il medio della mia mano destra, finalmente mi sono deciso, buttala, la buttò, scivola nell'aria senza poter aggrapparsi da nessuna parte, ma dove va! Ma che..dove vai! Il mozzicone ha preso fuoco! Sta risalendo verso l'alto! Mi ha appena sfiorato! Prosegue, prosegue verso il cielo, è luminoso! E adesso, dov'è? E' scomparso, non c'è più.
Lo stomaco mi si è chiuso! Sto cadendo, il vuoto, sto cadendo giù, il vuoto, addio.

La Moka-Sveglia

Avete visto la pubblicità della caffettiera che fa il caffè mentre voi siete ancora a letto grazie alla sveglia incorporata? Pensate, si calcola che in questo modo ci si possa svegliare tra i 2 minuti e 37 secondi e i 3 minuti e 15 dopo, un guadagno notevole ma che rapportato ai 2 minuti e 15 secondi persi la sera precedente per preparare la moca il risultato diventa piuttosto irrisorio, un guadagno di qualche secondo. Tra gli acquirenti vi è una schiera ben nutrita, soprattutto di uomini, che non avendo ancora capito a fondo il funzionamento della moca-sveglia buttano via il caffè credendo sia l'unico modo per spegnere la suoneria. Fate caso a tutta la pubblicità, la donna si sveglia, tutta pimpante ovviamente perché ha dormito ben 12 secondi in più della notte precedente, si alza da letto e nel frattempo cosa fa? Si tira via i tappi per le orecchie? Perché? Alcuni hanno ipotizzato che il motivo sia il rumore assordante della caffettiera mentre fa il caffè che porterebbe una persona a svegliarsi paradossalmente prima. Forse mi è sfuggito, i tappi li danno in regalo con la moca?
P.s. Dal punto di vista lessicale moca e moka sono intercambiabili.

27 novembre 2005

Poema epico moderno? Titolo: Haireomai Incipit

Non aver paura di me,
non dagli inferi né dal cielo
porto il mio amore, il mio odio
nessuna chiesa, nessuna serpe
incatenerà la mia anima stretta
dall'unica certezza: il dubbio.
Tra corvi sguardi torvi
volo come rapito dal male.
Tra colombe senza tombe
pregusto l'immortalità morale.
Conservo anelli e insegne di guerra
collane e bracciali di alcune puttane
ché madre terra mi allevò distratta e solo
cominciai così a cercare il pane.
E chi sarà ad impalare questa contaminazione?
Chi del tribunale speciale il carnefice?
Quale giustizia in nome di Nemesis?
Nei tuoi occhi vedo lo stesso smarrimento
della tua religione, i suoi sicari mi cercano,
è il mio tragico destino, credere in Dio
e scappare dai suoi ciechi creditori,
sono l'eresia di cui tanti hanno bisogno.
Ora splendida creatura lasciati toccare
per un solo unico istante,
meravigliosa ninfa di un paradiso disperso
nelle follie dei popoli allenati al coro
scaldati al calore della mia mano,
ciò che di più umano puoi saggiare,
permetti che il tuo volto io possa sfiorare.

- Saprò mai chi sei, da dove sei e sarai venuto?

Sono solo un uomo che fugge
in attesa di una rivelazione,
un segno che mi doni la pace.
In pegno ti lascio il mio tesoro,
la notte, che alla luna offre i misteri
arcani e brillanti della bellezza,
tra le tue vesti bianche si spoglia
e traspare, il tuo corpo ne sarà custode.
E ogni volta che la guarderai
io sarò vicino a te, a proteggerti,
fino alla discesa della fatal oscurità
quando tornerò in sella al mio unicorno
per posare le mie labbra sulle tue.
Sarà tutto finito ad illuminare il cielo.
Ma se non dovessi più tornare sarai stata
ciò per cui vale la pena lottare: l'amore.
Adesso che il tempo di raro s'indora
altro non mi resta che cavalcare
tra le ombre boscose che la luce
mi vorrà proiettare in suo onore.
Noa non so dirti quanto aspettare
ma verrà il giorno in cui farò ritorno.

26 novembre 2005

Sensus Humanitatis

Il tempio giallo ambra luccica
al calar arancio del sole
più in là il rosso della violenza
si perde nel nero oscuro della notte
per riaddormentarsi all’angelico chiarore dell’alba

Lo Studio è Aperto

Di cos'altro potrei parlare quest'ultimo sabato di novembre se non della neve che cade copiosa, come direbbe o come probabilmente ha detto nei titoli di apertura Studio Aperto:
“Italia nella morsa del gelo, da Nord a Sud tempeste di neve, di acqua si sono abbattute su tutta l'Italia. Si contano 3 feriti, dei quali uno morto per soffocamento a causa di un fiocco di neve entrato nella sua bocca per disgrazia e poi andatogli di traverso. Nel paese dove è avvenuta la tragedia, di fronte ad un babbo natale infreddolito, lo ricordano come un uomo allegro, simpatico, sempre disponibile. Come potete vedere il cadavere di Giulio è ancora steso sulla neve perché ancora non è giunto nessuno a prelevare il corpo. Sentiremo poi nel corso del telegiornale i nostri inviati per un approfondimento e per vedere comunque qualcuno che piange (che non sta mai male).”

La forma dell'informazione è fondamentale, ogni evento deve risultare eccezionale e la gente si è ormai abituata ad assistere a telegiornali di questo tipo, quasi inconsapevolmente non ne può fare più a meno.

Angelo Macchiavello, il nostro inviato, è collegato: “Sì, sono a Torino, come vedete cade la neve, il colore è quello solito, cioè il bianco, ecco vediamo i primi fiocchi posarsi sul terreno, fa freddo, pensate che alcuni studi hanno dimostrato che la neve così come la conosciamo non esiste, ma facciamo qualche domanda in giro, le piace la neve?”
“Quando ero piccolo sì, ora non più, troppi disagi!”
“Chiediamo a questi ragazzi, siete appena usciti da scuola? Avete visto quanta neve sta scendendo?”
“Veramente abbiamo fatto fuga, mamma perdonami! Comunque la neve è bella, il problema è che stasera rischiamo di rimanere in casa e avevamo programmato tutta la serata e la notte, cena, discoteca e colazione, ieri abbiamo anche comprato alcol e fumo, mamma perdonami!”
“Dovrete rimandare allora? E'un peccato, che tipo di erba fumate?”
“Di solito quelle importate dall'Olanda”
“Dicono che la migliore sia quella afghana lo sapete?”
Macchiavello t'interrompo, dobbiamo riprendere il collegamento, parleremo del rapporto tra i giovani e la droga nell'approfondimento di Lucignolo che andrà in onda questa sera. Non perdetevelo.

Forse Studio Aperto è un bersaglio fin troppo facile da colpire.

25 novembre 2005

"Cento colpi di pettine" di Nico G

L'Italia è divisa tra chi scopa troppo e chi poco, in termini culturali l'esempio più lampante è Melissa P che per inseguire le sue insaziabili voglie d'amore si è donata con tutto il suo corpo a mezzo Sud Italia, si calcola infatti che la metà degli acquirenti delle oltre due milioni di copie vendute del libro “Cento colpi di spazzola” siano stati amanti di Melissa P, nonostante quella che in molti definirebbero la sua tenera età. Rimaniamo in attesa che si lasci con il suo attuale compagno e venga a dispensare un po' delle sue abilità al Nord, perché fare discriminazione? Del resto potrebbe aumentare la schiera dei lettori. Il sesso attira, non c'è nulla da fare, per questo consiglio ai grandi studiosi, agli economisti, ai politologi di affiancare nei loro scritti e nelle loro riflessioni qualcosa che riguardi la sfera erotico-sessuale, ad esempio “L'adesione all'euro, l'inflazione e l'aumento della disfunzione erettile,” “L'allargamento ad Est dell'Ue e l'inchiappettamento ad Ovest degli immigrati,” “Ciampi, l'amor di patria e l'amor di Lesbia,” “I prodotti cinesi e il Kamasutra,” “Titolo: Il caso Nestle. Sottotitolo: succhiare il latte dalle tette della mamma risulta ancora il metodo più sicuro e piacevole per il succhiante, anche se non sempre attuabile,” “L'esportazione della democrazia in Medio Oriente: meglio a gambe aperte o a chieppe divarichete? (come direbbe Lino Banfi),” “Il sexy gate di Clinton e la possibile soluzione della masturbazione nei casi più gravi,” alcuni titoli per le riflessioni sociologiche potrebbero essere “Vespa: sono i nei o i soldi che attraggono gli ospiti?” “Celentano e il calo di fusioni amorose il giovedì sera,” “Ru48 e aviara, problemi moderni che riguardano le donne ma anche tutti gli uccelli di riflesso.”
Il mio consiglio materialista è concedetevi al prossimo come la natura ha voluto, non tanto con mente e cuore, ma soprattutto con corpo! Ok dopo queste bassezze morali ed ironiche mi fermo, non vorrei che qualcuno mi scomunicasse per qualche fraintendimento.

23 novembre 2005

Jack Justice 1

Il bene o il male erano ormai categorie morali passate di moda per Jack Justice, detto anche l'angelo nero delle 6 corde.
Alle soglie dei festeggiamenti per il primo centenario da aggiungere a quel duemila dopo Cristo la maggior parte della popolazione che viveva nelle periferie era intenta a trovare il modo migliore per sopravvivere, le città erano casseforti tecnologiche in cui le emozioni venivano isolate, i contatti e gli scambi tra le persone erano rari. La diffidenza e la paura avevano dato vita al peggior mutamento della società, ognuno viveva solo all'interno del ristretto nucleo familiare che il governo aveva affidato ad ogni cittadino affinché non ci fosse quella definitiva dispersione dell'identità che aveva sempre vinto e dominato fino ad allora nella storia dell'uomo. La vita dei poveri era paradossalmente quella che somigliava di più a un'esperienza umana vera e completa, in città tutto era diventato virtuale, non metaforicamente, la Xbox 100 era riuscita a ricreare le sensazioni tattili, insieme ai giochi venivano distribuite anche caramelle, pastiglie, farmaci, per predisporre la mente a ricevere correttamente tutti gli stimoli che provenivano dalle varie console e dai vari "parallel universes".
Jack Justice conduceva la sua vita al di fuori delle aggregazioni di schiavi delle periferie, quelli che facevano i lavori sporchi di cui nessuno poteva però fare ancora a meno; altrettanto distante dal suo modo di vivere l'idea di farsi costruire ad hoc dal governo un felice futuro di fantasia, sogni e sicurezza come quello della città. Ne avrebbe avuto la possibilità visto che i suoi genitori erano stati entrambi valorosi ufficiali delle forze armate che avevano condotto alla vittoria la patria contro il nemico cinese. Ma se ne andò da casa quando aveva 17 anni, appena si era reso conto che il suo futuro era già stato pianificato.
“Ciao Jack. Dove sei stato? Hai visto la televisione cosa diceva?”
Jack levandosi il lungo cappotto nero di pelle rispose: “Non ti ricordi che ho smesso di guardare la televisione da quando sono andato via da casa, non dovresti guardarla neanche tu. La realtà che descrivono non ti appartiene, dovresti vedere le mie collezioni di reportage, documentari e inchieste riguardanti la televisione che tanto ami. Non ti è mai venuto il dubbio che altri controllino la tua vita? Che quando scegli stai invece solo riproducendo una scelta approvata a tavolino prima che tu abbia scartato le varie alternative? Sì, l'alternativa, lo sai, è una fottuta utopia in questo mondo, la gente qui sta nella propria stanzetta traballante, sola, a piangere e quando esce dal guscio si preoccupa solo di farsi ammaliare dal sorriso più splendente e convincente, come se ciò fosse quello di cui ha veramente bisogno.”

Into

22 novembre 2005

Inno alla cocaina 4

Parte precendente http://nicoguzzi.blogspot.com/2005/10/inno-alla-cocaina-3.html

Nella mente i tuoi occhi azzurri anneriscono come le peggiori angoscie del mio essere, i tuoi sorrisi piangono dentro di me, non riesco a tirare fuori dal cilindro conigli bianchi, solo pistole, bang, bang, per sparare alle tue scontate rivelazioni che ora che non ci sei non lasciano spazio al mio conseguente sentirmi inutile, la tua semplicità, la tua discrezione, il mio cuore rallenta, appesantito dalla fatica di dover scalare la montagna della sofferenza, il trucco sta nell'allenarsi alla stupidità e alla superficialità, me la sono sempre cavata nella quotidianità ma non nell'eccezionalità di questa situazione. Intanto sono steso al centro di un cerchio in un campo di grano frutto di un ignoto artista di passaggio, guardo il cielo con gli occhiali da sole marchiati Armani e con il bocchino tra le labbra a tenere la sigaretta ormai finita, avrei bisogno di una striscia di coca, mi chiedo dov'è il Dio tanto premuroso? Dov'è quello giustiziere? In poche parole dov'è Dio? Dopotutto non ho mai avuto bisogno di lui e lui non credo abbia bisogno di me, è come guardare la realtà da una prospettiva volutamente rovesciata, oggi infatti ho visto i fiori più colorati andare a fuoco e ho apprezzato la pena, il male, come sadistico amore per il dolore, il piacere dell'anima. Forse è voglia di vendetta contro qualcosa, ma che cosa? In realtà dovrei vendicarmi di me stesso. Il senso di una morale remissiva non deve essere quello di scagliare pietre ma quello di riceverle ed io sentendomi male sto bene. E pensare che essere criminali è un modo per raggiungere uno status symbol, è per questo che le sirene della polizia suonano quasi solo per drogati, cannati, spacciatori, borseggiatori, truffatori arrangiati, disoccupati in cerca di vie secondarie al successo. Signori della giuria sono colpevole. Me ne sto qui, un criminale con la nostalgia per un amore già sfumato, il mio scheletro solo sfiorato, con la schiena ben posata sull'erba verde ma non c'è rifugio per un cuore in pena. Squilla il cellulare, squilla, non rispondo, non voglio parlare, non saprei cosa dire.

L'uomo di successo non esiste

Potrei essere un grande scrittore, un grande musicista, un grande cantante, un grande filosofo, un grande artista in senso lato, potrei vincere qualsiasi concorso di prosa, di poesia, potrei guadagnarmi il premio “Miglior articolo dell'anno”...tutto dipenderebbe da una condizione necessaria, che io sia l'unico componente di ogni giuria!

Ancora i comunisti?!

Attenti al pericolo comunista! Mi raccomando, la democrazia in Italia è in pericolo, vogliono instaurare un regime! Berlusconi come sempre agita gli spauracchi del XX secolo (www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/11_Novembre/21/berlusconi.shtml):
“Oggi in Italia ci sono due modi di essere comunisti. Il primo è quello palese, quello di Rifondazione comunista, che però è il meno pericoloso. La gente li conosce bene e non si lascia ingannare dalle loro parole. C'è poi un altro modo, più pericoloso, che è quello di non dichiararlo. Quello che occulta le centinaia di migliaia di vittime fatte dalla dittatura comunista. Quello di farsi passare per liberali e socialdemocratici. E mentendo su quello che sono i metodi di lotta tipici dei comunisti. Quelli che usano la magistratura per eliminare gli oppositori. Quelli che considerano gli avversari come nemici da guardare con odio”. “Ci considerano ottusi, volgari, profittatori. Per loro - ha detto ancora Berlusconi raccogliendo applausi a man bassa - siamo il peggio del paese. Questo denuncia in modo inequivocabile il loro illiberalismo. Noi invece dobbiamo vantarci e andare orgogliosi per quello che abbiamo fatto nel paese e per aver ridato credibilità internazionale all'Italia.”
E davanti ai miei occhi vedo uno splendido triumvirato con Bertinotti, il tiranno Prodi, Rutelli The punisher affacciati insieme a una finestra a dire: “Italiani, finalmente abbiamo trovato la quarta via al comunismo, condanneremo Berlusconi ad essere l'uomo più ricco dell'universo, a possedere qualsiasi cosa in Italia, dopodiché spartiremo in parti uguali tutti i suoi beni materiali ed immateriali accumulati e li daremo a voi, popolo italiano. Lo manderemo poi in soggiorno forzato a Cuba obbligandolo a guardare dalla mattina alla sera tutte le trasmissioni di Maria De Filippi e Studio Aperto con gli approfondimenti quali Lucignolo, dirette e repliche, ininterrottamente. Il presidente del Milan ovviamente diventerebbe Alfonso Pecoraro Scanio."
E' magnifico anche il passaggio “Non abbiamo mai rubato...” Ogni tanto si dimentica quanto gli italiani la sappiano lunga sulla classe politica italiana, mi domando chi può credere ad affermazioni di questo genere, sia che provengano da sinistra che da destra.
Trattando il tema dell'introduzione dell'euro e della fissazione di un tasso di cambio sfavorevole per l'Italia ha aggiunto: “Se ci fossimo stati noi - ha aggiunto il premier - non avremmo avuto le famiglie che non arrivano alla quarta settimana del mese.” Così sappiamo che ci sono le famiglie che non arrivano alla quarta settimana del mese e in più che cinque anni di governo non sono serviti a nulla per migliorare la situazione.

21 novembre 2005

Neverending Whisper

Possibile scaletta dei Neverending Whisper?

1 Breaking the law - Judas Priest
2 Aces High - Iron Maiden
3 I want out - Helloween
4 Paranoid - Black Sabbath
5 Future world - Helloween
6 Fade to black - Metallica
7 Master of puppets - Metallica
8 Forever - Stratovarius
9 Visions - Stratovarius
10 Hail and kill - Manowar
11 Afraid to shoot strangers - Iron Maiden
12 Eagle fly free - Helloween
13 Battle hymns - Manowar

Ore 18

Ripropongo qui il celebre discorso di Mussolini tenuto il 10 Giugno 1940 alle ore 18, dal balcone di Palazzo Venezia, sull'entrata in guerra da parte dell'Italia:

“Combattenti di terra, di mare e dell'aria! Camicie nere della rivoluzione e delle legioni! Uomini e donne d'Italia, dell'impero e del Regno di Albania! Ascoltate! Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. L'ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e della Francia [...] L'Italia, proletaria e fascista, è per la terza volta in piedi, forte, fiera e compatta come non mai! La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa trasvola ed accende i cuori dalle Alpi all'Oceano Indiano: vincere! E vinceremo, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all'Italia, all'Europa, al mondo. Popolo italiano! Corri alle armi, e dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore!”

Nel frattempo immagino la telecronaca di Galeazzi che commenta con entusiasmo questa premessa dell'avventura bellica italiana, "vai Italia! Grande Italia! (Forza Italia non posso dirlo visto che qualcuno c'ha levato la gioia di urlarlo senza essere schierato politicamente) Superlativo esercito! La divisa è quella inconfondibile dei nostri soldati! Andiamo a vincere! Dai Italia che ce la facciamo! Dai combattenti di terra, di mare e dell'aria!"
Dopo l'attacco alla Grecia Galeazzi cambierebbe tono e diventerebbe sempre più abbattuto sempre più consapevole dei disastri e delle tragedie che si succederanno e di cui tutti oggi ne sono più o meno a conoscenza.

20 novembre 2005

Tabù

Stavo soffermandomi sul concetto di tabù, su cosa la maggioranza degli individui, con la nostra stessa cultura, accetta e cosa invece rifiuta categoricamente. Cosa è rimasto di proibito, di sacro? Quali sono gli atteggiamenti, i pensieri che possono essere dipinti come perversi? Il discorso diventa molto interessante se si tratta argomenti legati al sesso, dove i tabù hanno sempre regnato. Credo che man mano che le persone compiano un processo di scissione tra la religione (il sacro, la tradizione) e il sesso (come piacere materiale), tolgano cioè al sesso la componente magica che può dare un amore intenso, allora tutti i tabù crollano e ciò che frena o spinge una persona a fare una cosa piuttosto che un'altra è solo il piacere e i gusti personali (orale, anale, manette e frustini, parchi, cinema, chi più ne ha più ne metta, non sono quasi mai rifiutati a priori, come sacrileghi). Perversione è tutto ciò che un uomo non riesce a concepire mentalmente, la soglia si è molto spostata grazie al “progresso moderno”, io non trovo grandi differenze tra perversione e fantasia per quanto riguarda i temi della sfera erotica. La fantasia può farti divertire, come dicono in molti dare un po' di pepe alla vita di coppia, può farti estraniare dalla vita quotidiana di coppia, può farti eccitare come non mai; io sono un convinto sostenitore della fantasia, della creatività (in tutti i campi peraltro) anche se sono altrettanto convinto che l'amore sia però su un piano più alto dell'esistenza e dell'esperienza umana.
La conclusione a cui sono giunto è che probabilmente le tabù sono delle ottime caramelle per profumare l'alito.

Un credente

La terra in silenzio giace su stessa,
stesa sul suo letto
come lo specchio di un fatuo iconoclasta
che del tetto non riflette più le stelle
un pallido eremita assopito in televisione
“Solo la fede non sia fregio di festa
ma speranza di vita, voglia di festa”

19 novembre 2005

Constatazione amichevole

Ieri mi sono accorto che per qualche oscura ragione astrale se per caso mi capita di vedere una puntata di un telefilm che solitamente non guardo, la riflessione che mi tocca fare è sempre la stessa: “Non guardo quasi mai questo cazzo di telefilm ma quando lo faccio becco sempre la stessa puntata, è da piegarsi amaramente in due dalle risate!”
Ah se questi muri potessero parlare quante cose che direbbero, quanti vai, dormi, stai zitto, finiscila! Hai rotto! BASTA! Senza parlare poi di quelli portanti che dovrebbero convincere gli altri muri a star su anche quando in casa ci sono io, probabilmente non mi hanno mai sopportato più di tanto. Pensate che una volta il tetto ha cercato di andarsene svolazzando impacciato qua e là sul paese finché non sono riuscito a riprenderlo con una corda come facevano nel vecchio west per catturare i cavalli, purtroppo nel volo ha perso qualche tegola e con mia grande disperazione anche l'antenna per la televisione, ma non gliene faccio una colpa, ognuno rivendica sempre la libertà che crede sia giusto avere, il tetto ha cercato solo i suoi 15 minuti di libertà(come affermava Andy Warhol, anche se al posto di libertà la parola usata era notorietà).
Ora non può più scappare, l'ho legato al resto della casa.

17 novembre 2005

La depressione è con voi e dentro di voi

In un'intervista che avevo scovato molto tempo fa su internet Marylin Manson aveva dichiarato che psichiatri e psicologi non prendono in cura artisti perché potrebbero bloccare il loro processo creativo. Se questo fosse vero ed io credo non sia frutto di fantasia allora ciò significa che la depressione non è una malattia da curare ma un male da condividere affinché chi ne soffre possa superarla, se bisogna prendere antidepressivi per sentirsi meglio tanto vale drogarsi, almeno in questo modo si può dire di aver provato tutto nella vita, poi se ci aggiungiamo Freud diventa tutto così interessante eppure quando ci si trasforma in paziente, agli occhi della società rischi di essere inquadrato come il diverso, come il caso umano che tanto piace alla televisione e di riflesso alla società in cerca di capri espiatori per rendere meno evidente la follia che in realtà regna in molte delle sue manifestazioni quotidiane, si dimentica facilmente che anche il più pazzo di questo mondo è frutto di questa terra, nessun uomo dovrebbe avere la possibilità di dichiarare un'altra persona pazza. Quello che volevo sottolineare è che psicologia e psichiatria si basano su teorie, non mi interessa schierarmi con chi dice che fanno parte del sapere scientifico o con chi le considera semplicemente arte di allenati traghettatori di anime perse. Posto che il cervello di una persona non abbia malformazioni o per qualche motivo non “funzioni”come dovrebbe funzionare, credo che tra un ottimo ascoltatore che non abbia la pretesa di giudicarti e non ti metta fretta, ti faccia sfogare e sia affetto da empatia cronica (la mia malattia) e uno psicologo-psichiatra non ci sia differenza, scegliere di rivolgersi a uno specialista laureato in queste materie significa rendersi conto di essere solo, di non avere una persona in famiglia o tra gli amici a cui si possono rivelare le proprie pene, angoscie, fobie, forse anche per questo i rapporti medico-paziente spesso si prolungano negli anni, del resto gli stessi psicologi dicono che il paziente deve fidarsi di loro e dunque di chi si deve avere fiducia per definizione? Di un amico o di chi ti è stato accanto in molti momenti della tua vita. Il medico assume il ruolo di confessore. Quello che mi lascia perplesso è che se per le altre scienze, quelle canoniche(fisica, chirurgia, matematica ecc..), le teorie non incidono direttamente sullo stato psichico, emotivo, sulla coscienza della persona, in psicologia è esattamente ciò che avviene. Comunque nulla è così definito e chiaro, l'unica cosa che non riesco ad accettare è l'uso dei farmaci per la cura dei pazienti.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono 121 milioni le persone affette, con gravità diversa, dalla depressione. In termini di anni vissuti da ammalato (Years Lived with Disability o YLD) è la malattia numero uno al mondo e nella classifica delle malattie che più accorciano la vita viene al 4° posto. Il suo peso, però, è destinato ad aumentare: per il 2020 si stima che salirà al 2° posto considerando tutta la popolazione mondiale (da un articolo di Maurizio Imperiali). Visto questi dati il consiglio alle nuove generazioni è quello di intraprendere una carriera legata alla psichiatria-psicologia o alla ricerca nel campo della farmacologia psicoterapeutica. Nel frattempo mi immagino un bambino in Uganda che va a bere l'acqua di un ruscello inquinato da qualche virus, con la pancia gonfia della fame, probabilmente è depresso o comunque entro il 2020 dovrebbe diventarlo.
State attenti, la depressione è alle porte per ognuno di voi, ed in più ce n'è una adatta ad ognuno di voi, non dimenticatelo, il medico non si scorda di voi! Guardati dentro e vedrai che in fondo in fondo un po' depresso lo sei anche tu.

Per quanto mi riguarda penso che potrei essere un ottimo paziente.

Goodnight Valentine 1

"Sì, una settimana caldissima, non lo dica a me, sono tutto il giorno qui, sto fuori sotto l'ombrellone, faccio avanti e indietro ogni volta che arriva qualcuno. Beati quelli che stanno in ufficio con il loro climatizzatore, la loro poltrona, e alcuni di loro hanno pure il coraggio di lamentarsi! Scusi, quanto le metto?"
"30 dollari grazie."
Sarah si pentì di aver fatto commenti sulla situazione metereologica e così cercò di tagliare corto la conversazione: "del resto siamo in estate, è normale."
"Sì, è estate ma è una delle più calde degli ultimi cinquant'anni, la temperatura non scende da due settimane sotto i 30 gradi e mi creda, è da una vita che lavoro all'aria aperta, non ho mai sofferto come quest'anno."
Sarah non replicò. Sbuffava per la calura in piedi appoggiata alla sua vecchia Ford bianca, intenta ad asciugarsi il sudore con un fazzoletto passandoselo sul viso e sul collo.
Era stato un venerdì molto stressante al lavoro e tra una pratica e l'altra aveva deciso che avrebbe passato il week-end a Las Vegas. Assolti gli ultimi compiti in ufficio era tornata a casa, aveva messo qualche vestito dentro una piccola valigia e dopo una rinfrescante doccia si era infilata un paio di jeans attillati e un top bianco; finalmente pronta era partita senza perdere tempo.
"Questo è il suo resto." L'anziano signore porse le banconote.
Sarah ringraziò, si rimise alla guida, almeno è quello che tentò di fare, quando girò la chiave nel cruscotto non accadde nulla, riprovò, ancora nulla, aspettò qualche istante ma il motore non dava alcun segnale di vita.
"Ha dei problemi?"
"Sì, non si accende la macchina, non è mai successo."
"Non sono un esperto e purtroppo oggi sono solo qui, forse è la batteria, metta in folle e mi aiuti a spostare la macchina più avanti."
Quello che era sembrato il solito noioso vecchietto che lavorava solo perché non riusciva a farne a meno si dimostrò invece un uomo molto deciso e attivo, ringiovanito di una ventina d'anni almeno; forse voleva essere cortese, o meglio ancora far colpo su quella donna che in tutta la sua semplicità esprimeva una bellezza quasi adolescenziale, era una bionda atipica, meno sofisticata e forse per questo gli appariva più affascinante.
"Ora tiri la leva del cofano, dovrebbe essere sotto lo sterzo."
"L'ho trovata."
"Ok ed ora vediamo un po', ma, per quanto ne so io non credo ci siano danni meccanici o al motore, non vedo niente di bruciato, bisognerebbe provare a farla partire attaccandola alla batteria di un'altra macchina."
"Perché non ci prova?"
"Beh, per adesso abbiamo solo i cavi, io vengo qui in bici, non c'è neanche un'autovettura a portata di mano, dovremo aspettare un altro cliente e chiedergli se gentilmente ci dà il suo aiuto."
"Ma come si fa, che giornata del cavolo!"
"Stia calma, non si preoccupi, non dovrà aspettare molto, venga con me a prendere un po'di the alla menta, le piace?"
"Sì, grazie, ho molta sete."
Si diressero entrambi verso l'ombrellone, si sedettero all'ombra intorno a un tavolino sorseggiando e gustandosi la bevanda alla menta che era incredibilmente ghiacciata.
"Questo thermos funziona veramente bene, vero? Riesce a mantenere fresco tutta la giornata quello che gli metto dentro. Pensi che l'ha comprato mia moglie più di quindici anni fa. Ah, mi scusi, dimenticavo di dirle il mio nome, piacere, mi chiamo Ted."
"Piacere, Sarah. Questo the era proprio quello di cui avevo bisogno."
"Non mi capita tutti i giorni di avere a che fare con una bella donna come lei, poi ormai ho una certa età." Eppure il suo sguardo pareva quello di un ventenne innamorato.
"La ringrazio, è molto gentile, così però mi fa arrossire."
"Lo dico sul serio. Ne vedo passare tante di donne."
Sarah intanto pensava a quanto era stato sfortunato il suo destino quel giorno, fin da quando si era svegliata, senza sveglia visto che quella mattina per qualche oscuro motivo non suonò, era stata condannata così ad un ritardo al lavoro di un'ora e mezza e alle conseguenti velenose accuse del suo capo: "sei la solita distratta! Non ti puoi permettere di venire quando vuoi! Abbiamo delle regole e le devi rispettare anche tu! L'ho sempre detto che sarebbe stato meglio assumere qualcun altro, ringrazia tuo zio, se fosse stato per me non ti saresti mai seduta su una poltrona di questo studio legale, neanche da cliente ti avrei accettato!" Sarah se n'era stata in silenzio a sorbirsi la ramanzina, con distacco, sapeva che il suo lavoro era più che apprezzato dagli altri impiegati e avvocati dello studio, ma il suo capo ogni volta ne aveva occasione cercava di sfogarsi su di lei (Chissà perché poi? Sarah rifletteva) che ormai però, abituata, non ci faceva più caso.
Quel tardo pomeriggio, dopo il rifornimento avrebbe dovuto aver già ripreso l'autostrada ed invece se ne stava seduta lì come in villeggiatura con un improbabile ammiratore che cercava di corteggiarla. Non vedeva l'ora che arrivasse qualcuno in quella stazione di servizio.
Due automobili transitarono su quella strada una dopo l'altra a pochi metri di distanza, purtroppo entrambe proseguirono senza fermarsi.
Non è possibile! Pensò Sarah. Così a fatica tentò di tener su una conversazione sperando che il tempo non la tradisse.

16 novembre 2005

Pubblicità. 1°Regola. Sorridere.

Non ho molto da scrivere al momento, però conoscendomi so anche che quando inizio a mettere una parola dietro l'altra senza essere interrotto riesco a cavare fuori qualche castagna dal buco. Chissà qual'è il buco. Sfrattati venite a Silvio! Ho un piano che in cinque anni potrebbe permettervi di avere una casa. Evviva l'edilizia! In Italia un mattone con un po' di calcestruzzo tira tanto quanto almeno un pelo di f—a e un perizoma, non voglio essere volgare però è certamente così. Celentano, su Celentano non aggiungo nulla a quello che migliaia di esperti, studiosi di comunicazione, sondaggisti, politici, leoni, conigli, mangiafuoco e giullari hanno già detto. Putroppo devo momentaneamente fermarmi, da piccola mente quale sono ho esigenza di fare cassa.

Pubblicità:
1-900-976-Juice. Il futuro, il futuro è con voi! Abbiamo un vincitore! Abbiamo un vincitore! Abbiamo un vincitore! Puoi essere tu il prossimo! Vuoi essere tu il prossimo? In 30 giorni la tua vita di anonimato di periferia si trasformerà in vita di successo, di riconoscimenti, sarai quello che avresti voluto essere. I tuoi sogni diventano i nostri sogni e i nostri sogni non sono rimasti mai nel cassetto, affidati a noi e faremo di te un vincitore che trionfa davanti agli occhi di tutti quelli che hanno riso di te, ti hanno sempre disprezzato, dimenticato. Sorridi, non sei solo, non sarai più un perdente, il futuro è con te. 1-900-976-Juice. Unisciti a noi. (Ispirato al terrificante film “Requiem for a dream”, che consiglio). Fine Spot.

Ho visto il film “L'odio” di Mathieu Kassovitz, che è ritornato a galla visto che ciò che racconta è esattamente quello che sta accadendo in questi giorni nelle banlieu, le periferie parigine. Sinceramente non mi è piaciuto granché, al di là del giudizio quello che mi ha stupito è che dieci anni fa è uscito questo film che immaginando in parte e riprendendo azioni e scene di guerrilla del passato, ricostruisce ciò che avviene oggi a Parigi, evidentemente non sono stati fatti molto passi in avanti dalla società e dalla politica per evitare eventi come quelli che si sono verificati e si stanno ancora verificando quotidianamente. L'odio porta facilmente odio. Saranno almeno contente le concessionarie e le case automobilistiche visto che in molti dovranno ricomprare la macchina. Sarebbe anche interessante sapere in quanti avevano e hanno sottoscritto polizze assicurative contro incendio e atti vandalici.

12 novembre 2005

Le rivolte di Ha-Satan

La paura di morire c'era, eppure c'era anche la voglia di morire, di non far scoprire agli occhi della donna che amava quello che in realtà lui era; non voleva più mettersi in gioco, non voleva più deludere nessuno, un sentimento costante di inadeguatezza accompagnava i suoi giorni; lo sguardo sempre più assente ogni nuova mattina, di fronte la stessa tazza di caffè latte, non inzuppava più i biscotti che tanto gli piacevano, non li mangiava neppure, rimanevano lì, sul tavolo, abbandonati, a volte si bagnavano con le sue lacrime che scendevano improvvise, la televisione l'accendeva ma spesso toglieva l'audio, guardava le immagini con distacco e in realtà non vedeva nulla, guerra, bombe, film porno, i classici, erano solo immagini, nient'altro. Un vuoto soffocante stava corrodendo la sua anima lentamente, le emozioni che sentiva gli facevano provare vergogna di fronte alla gente, ma soprattutto a lei, la donna che credeva profondamente in lui e che forse ci avrebbe creduto tutta la vita perché entrambi si amavano, ma tutto questo non bastava. Le strade si erano chiuse una dopo l'altra, quali alternative? Quali sogni avrebbero alimentato la sua esistenza? Non accettava essere quello che era sempre stato fino ad allora e per questo da un lato odiava anche la sua donna che apprezzava l'uomo che aveva conosciuto e che era rimasto tale; ma non aveva voluto essere così, lo era diventato per forza di cose, la realtà esterna non somigliava neppure lontanamente a quello che lui avrebbe voluto che fosse. Vivere in quel modo gli appariva una farsa, una recita neanche tanto ben recitata, soprattutto negli ultimi tempi quando i giudizi su stesso e sulla sua vita tendevano alla negatività più profonda e nera. Non riusciva ad accettare se stesso per ciò che rappresentava. Tic, tac, tic, tac. L'orologio sulla televisione se ne stava quasi divertito a fissarlo e a tormentarlo. Tic, tac, tic, tac. Non sarebbe durato ancora molto in quella condizione. Tic, tac, tic , tac. Ma lo spettacolo sarebbe iniziato, non esattamente come aveva pensato e sperato, ma quella che ancora non gli appariva come alternativa stava lemme lemme scatenandosi dentro la sua mente, come il male migliore che gli sarebbe potuto capitare, come la sua ancora di salvezza. Da Jackson a King “Ogni svolta porta dritta in un vicolo buio.” Una canzone di chiesa balenava tra i suoi pensieri, la canticchiava distratto quasi venisse fuori dalla sua bocca senza il suo permesso, il motivo era quello ma le parole cambiavano, “Odiatevi l'un l'altro come io ho odiato voi,” con un filo sottile di voce la ripeteva spesso, se ne accorgeva solo dopo che ciò avveniva, come se perdesse momentaneamente il controllo di sé. Lo spettacolo sarebbe cominciato qualche giorno dopo, il giorno del signore, una domenica.

09 novembre 2005

Considerare il futuro

"Lo spirito delle cose morte risorge sulla terra e sulle acque, e il suo alito presagisce il male” questo dovrebbe aver scritto Zygmunt Bauman in Vite di scarto, non ne sono sicuro però visto che non ho il libro tra le mani; potrebbe sembrare un messaggio apocalittico, un discorso sulle cose ultime della vita umana, escatologico, del tutto assimilabile all'aquila della Bibbia che volava alta nel cielo e gridava a gran voce: "Guai, guai, guai agli abitanti della terra al suono degli ultimi squilli di tromba che i tre angeli stanno per suonare!" (Apocalisse, cap.8,versetto 33).

Ovviamente quello che scrive il sociologo Bauman va valutato per ciò che è, cioè studi e riflessioni sul mondo contemporaneo, dunque non bisogna inquadrarlo come una descrizione pessimista della realtà, bensì come un'autorevole e interessante fonte di riflessione; chi definisce un punto di vista ottimista o pessimista senza approfondire quel tema è cieco, io ho sempre creduto che giudicare, per lo meno nelle prime battute, è il miglior modo per fare del male a se stessi e al mondo; ma se in questa società la velocità è potere (Bauman) beh allora giudicare e in fretta significa sentirsi forti, arrivare prima, non mettersi in discussione ma eventualmente mettere gli altri, non farsi troppe domande sul futuro, perché in realtà quasi nessuno pensa mai a un tempo oltre la propria esistenza, ci penseranno i nostri figli, eppure quello che facciamo oggi, le scelte, i percorsi che prendiamo influiranno profondamente sul futuro.

Così nella Bibbia e soprattutto nella parte dell'Apocalisse il problema non sta nel comprendere quando il mondo potrebbe collassare su se stesso e nei suoi errori, l'anno, il giorno ecc..come hanno fatto in molti con le profezie di Michel de Notredame (in arte Nostradamus), mi sembra abbastanza impossibile che la Terra esisterà fino alla notte dei tempi, esisterà forse in altre forme, in altri universi, chi ha più immaginazione può diventare un grande artista, regista, scrittore ecc.., che siano plausibili le previsioni e le congetture di questo o di quello nessuno mai in terra forse riuscirà a verificarlo empiricamente, teoricamente tutto è possibile e credo che sia fondamentale sottolineare lo scompiglio culturale, scientifico, sociale e religioso che ha gettato Einstein con la sua teoria della relatività, non è stato ancora metabolizzato dalla società, dagli individui che vorrebbero una sicurezza sempre maggiore e che dunque a volte cerca di coprirsi dietro dogmi, dietro identità passate (è normale che ciò avvenga perché il mondo globalizzato tende a levigare le differenze, così in molti credono che si possa vivere un roseo futuro barricandosi dentro la propria cittadella, tuttalpiù si può prevedere un roseo presente in questo modo, in realtà come dimostrano le violenze di questi giorni a Parigi barricarsi non ha quasi più senso per molti, perché quello contro cui ci si dovrebbe difendere è già dentro la nostra cittadella), a volte ci si copre dietro il riempire giorno per giorno ogni singolo istante dell'esistenza quotidiana (il consumismo sfrenato e il processo di purificazione del sostituire il vecchio con il nuovo, eppure niente si crea e niente si distrugge, questo i fisici ci hanno insegnato, allora il vecchio continuerà ad esistere, nell'ambiente ma anche nelle persone che l'hanno escluso per sostituirlo, nel vecchio non bisogna dimenticare tristemente che ci sono anche gli uomini, quelli esclusi dalla modernità), siamo troppo spesso focalizzati e sintonizzati sul presente scandito da ogni nuovo evento che i giornali e i telegiornali considerano più adatti per un pubblico più vasto, viviamo con gli occhi del telespettatore le tragedie del mondo, quelle che qualcuno ha scelto di raccontare, di far vedere con telecamere, una dopo l'altra, a volte mi sembra ci sia un gusto perverso nel vedere persone star male, piangere, morire ecc..prescindendo comunque da giudizi morali credo che oltre l'informazione sia importante la discussione delle informazioni, questo è un principio democratico, ma più che democratico, umano in senso lato, infatti ci sono diversi modi per distorcere la realtà, un caso estremo è descrivere la realtà in solo modo, da un solo punto di vista, nell'altro caso estremo vi è descrivere la realtà da ogni possibile punto di vista senza dare possibilità di comprenderne neanche uno, perché c'è poco tempo o per lo meno non devi avere il tempo di stare a chiederti troppe cose.

Siamo in un universo del quale probabilmente non capiremo mai abbastanza, ciò che non si comprende diventa fede, questo è la fede, non si può spiegare anche se sembra che io lo stia facendo. L'Apocalisse, la fine del mondo, non devono avere un senso tragico e drammatico, bensì vanno considerate come un monito, un “ricordarci” che non si vive di solo presente, ma soprattutto non si vivrà a lungo di solo presente.
Queste riflessioni sono venute giù una dietro l'altra per questo non sarà forse chiarissimo quello che ho scritto, mi pare comunque degno di attenzione.

07 novembre 2005

"Questo ragazzo è affetto da personalità multipla"

Sono il pussy, pussy,
possibilità
di godere, domare
la fragilità
che ognuno di noi ha

Sono lava incandescente
lava lava io la lavatrice
del bucato e di chi
continua a bucarsi
sono a golf il Green

Saputo della mia partenza
mi sono fermato
a metà della mia stanza
ero io che partivo
o io che mi fermavo?

Sono appena arrivato
ciao come stai?
Bene, ma sono strabico
come Rembrandt
lasciami solo a dipingere

Ho cercato con la mente
di inghiottire le valli di Comacchio
per farle tutte mie dentro un secchio
Loro si dicono.”Questo è matto”
aggiungendo:”Per favore si guardi allo specchio”

Questo ragazzo è affetto
un difetto di personalità
ludicità multipla
Serve disciplina, con mia grande pena
ragazzo dovrai essere RIEDUCATO

Così un mattino, uno dei tanti rinchiuso in una casa di cura per malati di mente, un manicomio, ho iniziato a fare quello che hanno fatto tempo addietro con me quegli incompetenti, li ho giudicati, etichettati e condannati a vivere nel loro mondo “logico”, mi sono chiuso in me stesso e non condividerò più nulla di me e del mio mondo con nessuno di quelli là fuori perché io mi sono sempre sforzato di capire loro mentre loro in tutta risposta invece di cercare di capirmi hanno cercato e cercano di curarmi, sarebbe come se io avessi fame e loro cercassero di convincermi offrendomi un bicchiere d'acqua che la mia è sete, per questo io non potrò mai essere curato senza essere privato della mia essenza, perché non sono malato di conseguenza non potrò mai guarire e riesco ad essere spesso più logico di quanto sono loro, questo è il mio ultimo contatto con il loro mondo, li giudico e li condanno e mi chiudo in me stesso per sempre.

Pillole 1

Credo che il genio possa essere inquadrato come una goccia di purezza in un pentolone di imperfezioni sociali, se non ci fossero le imperfezioni non ci sarebbe il genio che riesce ad avvicinarsi all'idea di perfezione, all'idea di essere, oltre ogni dimensione spazio-temporale, nella sua forma, se mai esistesse quella forma; forse se non ci fossero le imperfezioni probabilmente non ci sarebbero le sofferenze, quelle dell'animo, forse, ma il mondo di certo sarebbe noioso, opaco. L'uomo è fortunatamente imperfezione e genio.

05 novembre 2005

Sovrasensibile

Su una macchina senza pilota ai 180 mi schianto contro un muro, un boato, un frastuono fortissimo, l'accartocciarsi delle lamiere, sembra un disastro; il mio volto è sanguinante, mi vedo nello specchietto retrovisore pieno di crepe ma ancora intatto a differenza del parabrezza che è andato in frantumi, alcuni vetri devono essersi conficcati nelle mie braccia, il colore porpora sta diventando dominante sul mio corpo (da quali ferite scorre poi tutto il sangue mi è difficile capirlo), apro la portiera, fortunatamente il sistema automatico di apertura ha funzionato, scendo dall’auto, sono salvo, inizio a ridere...e ridere...e ridere...non provo alcun dolore...forse sono già morto...rido...continuo a ridere sguaiatamente...in realtà lo so: sono sovrasensibile! Sono sovrasensibile! Sono sovrasensibile!

02 novembre 2005

I racconti della notte: "Il pianoforte" 1

“O notte eterna, o dolce notte, e sempre interminabile notte d'amore; morte d'amore, notte d'amore! Quando tu ci avvolgerai e ci sorriderai, finalmente noi saremo liberi da ogni angoscia.”

Una melodia proveniva dalla soffitta, mi aveva svegliato ancora una volta. Erano ormai 2 mesi che alle due e un quarto di ogni notte il mio sonno era ridestato da quella musica.
Chi o che cosa suonava il mio vecchio pianoforte? Forse era tutto nella mia testa, forse stavo impazzendo, le allucinazioni uditive non erano che una delle manifestazioni della schizofrenia.
Perché sempre alla stessa ora? Qualcuno mi avrebbe consigliato con un ironico eufemismo di andare a farmi vedere da uno “specialista”; mi convincevo che quello che giungeva alle mie orecchie era solo frutto d'immaginazione, eppure era così reale.
Perché sempre la stessa canzone? Erano così pure quelle note, quello che udivo non era invenzione, ne ero sicuro. Mi sembrava di conoscere quella melodia, sì, doveva essere sicuramente un'opera di musica classica, per questo motivo era ormai un mese che avevo ripreso ad ascoltare i grandi compositori della storia ma ancora non avevo trovato nulla che somigliasse ad essa; sapevo comunque di essere vicino alla rivelazione, dopotutto nel campo della musica ero sempre stato ferrato anche se non avevo voluto fare quel salto di qualità che mi avrebbe portato a diventare musicista di professione, probabilmente non ne avrei avuto neanche le qualità, gli amici, la famiglia, mi dicevano che ero incredibile ma si sa, all'interno della propria nicchia è facile essere unici, è poi sconfinare in nuovi spazi, nuove realtà, che rende un uomo al di sopra della media, io l'avevo capito e accettato, non avevo rimpianti; poi come si dice, ad ognuno il suo, c'erano altri molto più bravi di me; quello che avevo avuto al di fuori della musica era ciò che avevo sempre desiderato, tranquillità, i soldi, una villetta, una bella macchina e qualche legame affettivo degno di nota che riempisse ogni tanto i miei silenzi. Qualcuno mi aveva bollato come un codardo, una persona che non aveva avuto il coraggio di prendere dei rischi, ma del resto bisogna anche osservare da dove viene la predica, la gente insoddisfatta vorrebbe che anche gli altri fossero insoddisfatti ma purtroppo non era il mio caso.
Che opera era? Forse non era per pianoforte, è per questo che non riuscivo a riconoscerla, esattamente, doveva essere per quel motivo. Non andavo più in soffitta come le prime volte, non era quella la curiosità che dovevo mettere a frutto, ogni volta che stavo per tirare giù la piccola scala attraverso l'apertura che portava alla soffitta la musica sfumava nel silenzio. Così mi ero abituato ad ascoltare, steso sul mio letto, riflettendo fino a quando non sentivo più nulla, dopodiché puntualmente mi riaddormentavo. Fosse capitato solo in qualche occasione tutti mi avrebbero detto che era soltanto un sogno ricorrente e che non potevo essere stato sveglio anche se tutto mi sembrava vero. Ma questo accadeva tutte le notti ed io non ero pazzo come mi avrebbero definito in molti.
Quel pianoforte iniziava a suonare, ogni ventiquattro ore, alle due e un quarto.